dimarts, 2 de desembre del 2008

Branda Castiglioni

Edificio appartenuto al Cardinale Branda Castiglioni ( Milano 4 Febbraio 1350 - Castiglione Olona 3 febbraio 1443) l’insigne prelato che a partire dai primi decenni del XV secolo trasformò l’intero borgo e realizzò in Castiglione Olona il primo esempio di umanesimo toscano in Lombardia.
Il palazzo del Cardinal Branda Castiglioni è composto da due corpi di edificio ben distinti.
Il primo fu costruito neL XIV secolo. Ampliato e abbellito nel XV per volontà del Cardinal Branda, conserva ancora preziosi affreschi di scuola lombarda e lavori di maestri toscani. La seconda parte di edificio fu fatta erigere dal Porporato nei primi decenni del XV secolo. Fu poi ampiamente rimaneggiata nei secoli successivi con una serie di interventi tali che lo hanno interamente modificato nella sua primaria concezione architettonica. L’elemento di raccordo tra i due corpi di edificio è composto dalla porzione di casa che contiene al piano terra la Cappella Cardinalizia e al piano superiore la loggetta rinascimentale.
In una sala posta nell’ala trecentesca di Palazzo è possibile ammirare un grande camino d’epoca e il soffitto adorno di peducci in pietra di arenaria, manufatti di notevole interesse artistico.
Le pareti sono arredate con tre quadri a soggetto religioso, dipinti ad olio: una Sacra Famiglia, un martirio detto “dei Quattro Santi Coronati” recentemente attribuito a Filippo Abbiati (1642 - 1715) ed un Santo Matteo.I quadri sono del XVI-XVII e XVIII secolo.
Salendo la scala in pietra serena si giunge nella "Loggia rinascimentale" un tempo aperta.
Le inferiate con vetri sono un’aggiunta del secolo scorso.
Alle pareti sono visibili tracce di antiche affrescature attribuite a Lorenzo Di Pietro detto il Vecchietta (Siena 1412 – 1480). Si noti la natura morta sotto il cornicione marcapiano di Paolo Schiavi (Firenze 1397 – Pisa 1479) e la decorazione muraria dove sono ancora leggibili motivi ornamentali simili a quelli della Camera del Prelato.
Camminando sui gradini, prima d’entrare nella sala "della Quadreria" è visibile una ricerca strategica nella quale compare un sole detto "di San Bernardino" (prima metà del ‘400) sopra il quale nel XVII è stato dipinti un moretto (si noti il collare della schiavitù).
Questa grande sala fu aggiunta al Palazzo nel XVI secolo. Alle pareti troviamo quadri con ritratti del nobile Casato Castiglioni realizzati da autori ignoti nei secoli XVII e XVIII.
I ritratti hanno un valore affettivo e testimoniano l’importanza di questa nobile Famiglia che diede i natali al Cardinal Branda, a due Papi, ad innumerevoli uomini di legge e di cultura.
Ricordiamo fra tutti Baldassarre Castiglioni (del ramo dei Castiglioni di Mantova) autore de "Il Cortegiano" immortalato da Raffaello in un importante ritratto oggi conservato al Louvre di Parigi.
Il ritratto posto al centro della Quadreria, sulla destra di chi entra, è quello del grande e munifico Cardinale.
La parete di fondo è impreziosita da un imponente camino rinascimentale in pietra arenaria sormontato da una cappa adorna di stucchi baroccheggianti.
Al centro della cappa uno stemma gentilizio maritale ci rammenta l’unione di due nobili famiglie lombarde:i Castiglioni e i D’Adda costituitasi nel 1570 con un matrimonio.
Spostandosi nell’ala del Palazzo costruita nel XIV secolo, la prima stanza che s’incontra è nota come “Camera del Cardinale”. Le pareti sono interamente affrescate, forse da un Maestro di scuola lombarda.
In ogni parete si leggono quattro fasce d’affrescatura ben distinte:
La prima è una fascia terminale adorna di quadrilobi con stemmi del Casato. La seconda è un grande giardino ricco di alberi da frutta, fiori, erbe aromatiche e medicinali, puttini che giocano. La terza un arazzo dipinto sul quale appaiono cartigli recanti motti latini, insegnamenti e massime tratti da autori classici cari a Branda: Cicerone, Terenzio, Seneca…Si noti il carattere della scrittura: è un gotico corale. La quarta è una panchina dipinta.
L’arredo della stanza è completato da un elegante camino a muro del ‘400 sovrastato dallo stemma Castiglioni e da un’ancoretta in pietra sotto la quale è leggibile una data “1423, 14 ottobre”. Forse la datazione degli affreschi. La grande finestra in arenaria è originale così come lo sono i mascheroni che reggono le due panche in pietra.
Al centro della sala trova collocazione il così detto “Letto del Cardinale” manufatto di legno scolpito ingentilito da figurette presenti sulle quattro che reggono il baldacchino. Il letto è del XVI secolo.
Lo Studiolo è composto da due parti ben distinte: una a parete, con tronetto centrale e panchette, l’altra trattasi di una grande credenza ad ante.
Sulla parete di fondo spicca il grande affresco detto "paesaggio ungherese di Veszprem" dal nome della località dell’Ungheria dove il Cardinale fu legato pontificio a partire dal 1410.
L’affresco, secondo gli ultimi studi, è opera di due grandi Maestri: Masolino da Panicale e Lorenzo di Pietro, il Vecchietta. Avrebbero lavorato su questa parete nel 1435 regalandoci un’opera unica al mondo: il paesaggio protagonista dell’affresco dove non compaiono, così come indicava la tradizione, personaggi con le loro storie di vita.
In alto, corre un fregio con adornari gotici, puttini e medaglioni recanti lo stemma cardinalizio, a destra, nel riquadro compare il ritratto di una fanciulla: autore Masolino da Panicale. Due mappamondi del XVII secolo completano l’arredo dello studiolo.
Scendendo la scala ( aperta nel ‘700) si giunge nella Cappella cardinalizia “di San Martino”. Scoperta nel 1982, la cappella è stata interamente restaurata, oggi è uno dei gioielli pittorici del palazzo.
L’opera pittorica è stata attribuita al Vecchietta che secondo gli ultimi studi lavorò a questo ciclo d’affreschi tra il 1437 ed il 1439.
Sulla parete che sovrasta la piccola abside, il pittore ha dipinto la crocifissione, sulla parete opposta una “Chiesa Trionfante” con Papi e Presbitteri, Cardinali e fondatori degli Ordini Monastici; sulla parete con l’occhio di luce una “Strage degli Innocenti” e su quella di fronte una processione di donne, vergini e martiri guidate da S.Orsola in cammino verso Gesù Cristo.
Completano le immagini pittoriche, l’arco affrescato con otto profeti e a lato del finto marmo nella parte bassa, una famiglia, forse gli offerenti.
Nel piccolo vano introdotto dall’arco nella volta si trova la raffigurazione di Dio Padre contornato dalle Schiere Angeliche.
La volta a crociera della Cappella racchiude invece le immagini dei quattro Evangelisti raffigurati coi loro simboli. La volta è retta da quattro peducci che raffigurano gli Angeli, anch’essi di pietra arenaria.




En 1435 Masolino es elegido por el cardenal Branda Castiglione para decorar al fresco las paredes de la colegiata y el baptisterio de Castiglione Olona; años atrás ya había realizado para el mismo cliente la decoración de una capilla en la iglesia de san Clemente en Roma por lo que la relación entre el cardenal y el pintor debía ser muy fluida. En esta escena del Banquete de Herodes está Masolino dentro del estilo quattrocentista aunque aún mantiene elementos tardogóticos como la atracción hacia lo narrativo que le lleva a plasmar tres escenas diferentes en el mismo conjunto. La muerte de san Juan Bautista se narra en el Evangelio según san Mateo (14; 1-12): Herodes el Tetrarca, conocedor de la fama de Jesús y de sus discípulos, decidió encarcelar a san Juan por culpa de Herodías, la mujer de su hermano Filipo "pues Juan le decía: 'No te es permitido tenerla'. Quiso matarlo pero temió al pueblo que lo tenía por profeta". Durante el cumpleaños de Herodes bailó en su presencia Salomé, la hija de Herodias, gustando tanto al Tetrarca que prometió darle cuanto pidiese. La joven, instigada por la madre, solicitó la cabeza del Bautista. El santo fue sacado de la cárcel y decapitado, entregándose a Salomé su cabeza, que llevó a su madre. Los discípulos de Juan fueron al palacio, tomaron el cadáver y lo sepultaron, diciéndoselo después a Jesús. Masolino presenta la primera parte de la historia en la zona de la izquierda, la entrega de la cabeza en la derecha y la sepultura del cadáver en el fondo. La preocupación por la perspectiva del maestro queda claramente de manifiesto al disponer las escenas en la galería o en la estancia de un palacio renacentista, que recuerda la arquitectura de Brunelleschi. Al fondo, unas montañas cierran la composición, en sintonía con Masaccio. Una luz delicada y cálida inunda el conjunto, resaltando los colores y la monumentalidad de las figuras, sabiamente integradas en el espacio a excepción de la escena final, que parece flotar.