divendres, 5 de desembre del 2008

L'eredita' di Galileo, 05.12.2008

La Biblioteca Nazionales Centrale és el lloc ideal per a una mostra com la de Galileo. En cap lloc podrà estar tan ben protegida l'herència de Galileo. I això precisament perquè la Biblioteca Nazionale Centrale de Florència hi és un exemple viu de l'anquilosament i l'arteriosclerosi de la política de divulgació científica italiana. De la cultura europea en general, no s'engayem. Una xarxa interna amb la navegació restringida només als llocs web culturalment acceptables. Una política de reprografia stalinista, en el sentit de no permetre ni una pobra fotografia al periòdic de dia o la revista. Per suposat del llibres ni parlar, - i en això estic d'acord, sempre amb un marge de tolerància -. Avui tots portem càmera al mòbil o al portàtil. Hi és una insensatesa prohibir l'entrada de càmeres fotogràfiques. L'oposició a la tecnologia per tal de mantindre la cultura i la informació dintre d'una caixa forta. O millor un camp de concentració. No han canviat els temps des de Galileo. La lluita tecnològica s'hi mou en les mateixes coordenades. Itàlia el país més endarrerit en quant a l'ús de los noves tecnologies. L'esglèsia de Roma té por. I amb raó. El descobriment de la veritat sempre és perjudicial per al dogma.

La biblioeca no s'ha dignat a preparar un petit refrigeri per celebrar l'acte. Jo n m'he pogut aguantar. He anat al Mat i m'he comprat un dolç italiá i me'l fet amb un capuccino a la sala de màquines de la biblio. El cel no hi és el contrari de l'infern. Aquesta frase pot ser una columna com la que alçá Còsimo I per conmemorar la victòria xxx., al país de Dante. Homenatge a Galileo. Avui és una dia important per a mi. Quasi diria que me justifica totes loes penalitats del viatge, - especialment els mossos de les puces -. Sembla que van desapareixent...Ahir vai fer la reserva per a VLC. Vull arribar a casa directament. Ordenar les coses allà. Pagar la contribució. Fer algo de manteniment. I tornar a Mallorca. I a Pisa.


Preparai da prima un tubo di piombo (...)”Siderius nuncius, Padova, 1610.


  1. Mario Lolighetti, Franco Pinzi, Nicoletta Maraschio, Academia Toscana.

  2. Franco Pacini:

    1. tecnologia i descobriments.

    2. El conflicte entre ciència i poder.

    3. La facilitació divulgativa de la llengua vulgar.

    4. La fuga de cervells una constant de la cultura en crisi.

    5. Il cannochiale.

    6. El Sidereus Nuncius ( descobriments entre 1609-1610).

    7. Com encara els descobriments tecnològics condicionen el progrès.

    8. Repàs als telescopis i radiotelescopis més importanrts del món : elradiotelescopi Alma; el d'Arecibo.

    9. 10 anys després de Giordano Bruno : el descobriment d'altres mons per Galileo.

    10. La Villa di Arceti “IL Goiello”(Galileo l'habità el 1631-1642)

    11. Lla villa està tancada alpublic.

    12. Abiura di glileo.

    13. 2009 any d l'astronomia

  3. El cel no hi és el contrai de l'nfern. Homentage a Galileo. (xisco, 2008)

dimecres, 3 de desembre del 2008

Giovanni da Milano (1320 ca. – 1375 ca.)

Una jornada intensa. Un dinar inesperat a base de delicaytessen a la sala d'entrada de l'Acadèmia. Estudiants reclamant en contra de la llei 133. Una polemica sobre atribucions en directe. No he pogut localitzar la image de la Diva.Tots personatges de primera fila la història de l'art i la crítica de l'art florentina. Ingresso libero. Demà aniré al curset de pittura sobre tavola.

dimarts, 2 de desembre del 2008

Presentacions

Presentació de l'Acadèmia.

Giovanni da Milano
Capolavori del gotico fra Lombardia e Toscana

Proseguendo nella valorizzazione della pittura “primitiva” intrapresa negli ultimi anni con le mostre dedicate a Giotto, all’Arte a Firenze nell’Età di Dante, a Puccio di Simone e a Lorenzo Monaco, la Galleria dell’Accademia di Firenze intende ora rendere omaggio ad uno straordinario pittore “straniero”, Giovanni da Milano, che fu protagonista della scena fiorentina toscana alla metà del Trecento, negli anni caratterizzati tristemente dalla terribile peste nera del 1348.
Nativo di Caversaio, un paese del comasco, Giovanni iniziò la propria attività in Lombardia, nei territori dominati dalla potente signoria dei Visconti, alla cui corte soggiornarono fra gli altri Giotto, intorno al 1335, e Francesco Petrarca, nel 1353. In questo clima colto e sofisticato avvenne probabilmente la formazione di Giovanni da Milano, che seppe armonizzare la lezione giottesca con influenze gotiche di provenienza transalpina. Gran parte dell’attività venne tuttavia svolta dal pittore a Firenze, dove egli figura nel 1346 fra i maestri stranieri presenti in città, e dove lasciò i suoi maggiori capolavori, fra i quali il polittico per la chiesa di Ognissanti, gli affreschi della Cappella Guidalotti-Rinuccini nella chiesa di Santa Croce, la Pietà firmata e datata 1365 della Galleria dell’Accademia.
La mostra, la prima di taglio monografico dedicata a Giovanni da Milano, mira a ricostruire nel modo più esaustivo possibile il percorso artistico del maestro, il cui catalogo annovera circa 25 opere, e a far conoscere al grande pubblico le doti straordinarie del pittore, evidenti sia in opere monumentali come il Polittico del Museo Civico di Prato, che in lavori di destinazione privata.
Partendo dal catalogo messo progressivamente insieme da Pietro Toesca (1912), cui va il merito di aver riportato in luce i caratteri lombardi del suo linguaggio, e, fra gli altri, da Miklòs Boskovits (1966) e Mina Gregori (1980; 1995), si cercherà di riavvicinare i frammenti dei polittici dispersi oggi fra collezioni diverse, offrendo l’occasione irripetibile di una verifica tecnica e stilistica delle ipotesi.
Si rimanda alla mostra “gemella” degli Uffizi il compito di illustrare i riflessi dell’attività di Giovanni da Milano a Firenze e documentare le influenze reciproche, ma anche le profonde differenze, che intercorrono fra il pittore lombardo e i coevi maestri fiorentini,
Così legate, le due mostre offrono una eccezionale panoramica sulla pittura fiorentina del tardo Trecento e sulla ricchezza e varietà di quella che possiamo considerare l’eredità di Giotto non solo a Firenze, ma anche in Italia settentrionale, consentendo un bilancio complessivo alla luce dei numerosi studi usciti sull’argomento negli ultimi anni.




Presentació de l'Uffici.

L'eredità di Giotto
L'arte a Firenze tra il 1340 e il 1375
L’8 gennaio 1336 (stile moderno = 1337) moriva a Firenze Giotto di Bondone, l’artista al quale già i contemporanei attribuivano il merito di un completo rinnovamento della visione artistica dell’epoca. Anche gli studiosi dei nostri giorni concordano nell’assegnare al grande patriarca dell’arte fiorentina un ruolo di assoluta preminenza nell’orientare i caratteri fondamentali della pittura in quello che il grande storico dell’arte Roberto Longhi definì “il più gran secolo dell’arte italiana”.
Ancora oggi, soprattutto in sede divulgativa, gli esemplari di pittura trecentesca diffusi capillarmente nelle più lontane contrade della penisola, sia su tavola che ad affresco, sono sovente etichettati come di ‘scuola giottesca’. Eppure si deve allo stesso illustre critico la formulazione di un paradosso di straordinaria intelligenza critica, oltretutto sostanzialmente vero, secondo il quale “di giotteschi nel Trecento non vi fu che Giotto stesso”. L’affermazione della dirompente e rivoluzionaria visione giottesca fu accolta sulla scena artistica fiorentina tra la fine del Duecento e l’inizio del secolo seguente in maniera assai articolata e stimolante. Il primo quarto del secolo è ritenuto dagli storici dell’arte - non soltanto in ambito fiorentino ma più in generale per tutta l’arte italiana -, una fase storica di eccezionale vitalità creativa.
Il periodo successivo alla scomparsa del grande caposcuola è stato invece interpretato per lungo tempo come un‘epoca di ineluttabile decadenza, dominata dall’arte ‘glaciale’ e accademica dei fratelli Orcagna, una decadenza che poi sarà sancita in maniera straordinariamente terribile e simbolica ad un tempo dalla Peste Nera del 1348. Secondo l’interpretazione critica tradizionale, invalsa poi per lungo tempo, l’arte fiorentina della seconda metà del Trecento avrebbe presentato solo pochi motivi d’ interesse, in attesa di un faticoso e modesto ‘risveglio’ registratosi nell’ultimo quarto del secolo, all’insegna in primo luogo di un rigido recupero di temi iconografici e formali di fonte giottesca.
In epoca più recente quest’assunto storiografico è stato sensibilmente mutato da una serie di interventi critici, tutti volti a recuperare la varietà e vitalità creativa dell’articolato contesto artistico fiorentino dopo la morte di Giotto. In quest’ultimo si trovarono ad operare le personalità artistiche che i critici ritengono da sempre seguaci diretti del pittore (Bernardo Daddi, Taddeo Gaddi, Maso di Banco), insieme ad altri artisti formatisi anch’ essi nel primo Trecento che riuscirono tuttavia a mantenere una relativa autonomia dal caposcuola (il cosiddetto Maestro di Figline, Lippo di Benivieni, il Maestro delle Immagini Domenicane). Recenti ipotesi critiche (Boskovits) hanno fornito nuovi contributi alle indagini intorno alla ricostruzione dell’affascinante e per molti versi ancora misteriosa figura di Stefano, con ogni probabilità nipote di Giotto, in quanto figlio di una sua figlia, Caterina, che andò in sposa ad un altro pittore fiorentino noto soltanto attraverso le menzioni documentarie, Ricco di Lapo. Si tratta del pittore fiorentino cui spetta, secondo il Vasari, il merito di aver avviato la terza tendenza della pittura fiorentina trecentesca, quella del “dipingere dolcissimo e tanto unito”, che sarà adottata e portata poi a livelli eccelsi da suo figlio, Giotto di maestro Stefano, detto Giottino, lodatissimo dallo storico aretino. In ambito assai prossimo a Stefano sembra muoversi anche il cosiddetto Maestro di San Lucchese, un’ artista fiorentino al centro dell’interesse della critica in anni recenti, che sembrerebbe proporre una sorta di ponte ideale con la cultura di stretta ascendenza orcagnesca.
Nella prima metà degli anni quaranta prende avvio anche l’attività dei due più celebri fratelli Orcagna, Andrea e Nardo di Cione, entrambi artisti di notevole levatura, in maniera particolare il primo, oltre che pittore, scultore e architetto. A lui spetta il merito di aver promosso il primo e più
antico recupero dei temi formali giotteschi, in netto anticipo sulla più complessa e articolata tendenza neogiottesca che si sviluppò in maniera trasversale in ampi settori della pittura fiorentina dell’ultimo quarto del secolo.
In questo quadro, a cavallo della metà del secolo o poco dopo, dovette giocare un ruolo chiave la figura di Giottino, in assoluto uno dei più grandi artisti italiani del Trecento, come indicato nel fondamentale e appassionato saggio di Carlo Volpe (Il lungo percorso del “dipingere dolcissimo e tanto unito”, 1983), che certamente dovette giovarsi anche degli apporti provenienti da un ‘forestiero’ del calibro di Giovanni da Milano.
Tuttavia, non meno interessante appare l’arte fiorentina degli anni intorno al 1370, che sembra sospesa tra il tema sempre più presente del recupero della cultura giottesca, la riproposizione - questa davvero ripetitiva e ‘accademica’ - delle istanze orcagnesche e le iniziali aperture verso il linguaggio tardogotico. In questo periodo di passaggio appare fondamentale l’apporto di due artisti di primissimo piano quali Antonio Veneziano, per il versante neogiottesco, e Agnolo Gaddi per le precoci aperture verso la costituzione di un linguaggio tardogotico di marca fiorentina.
L’obbiettivo di questa mostra è quello di documentare, attraverso gli esemplari qualitativamente più alti, gli sviluppi dell’arte fiorentina in questo periodo, che certamente è meno noto al pubblico più vasto. Le opere esposte illustrano anche la varietà dei committenti e la diversità delle tipologie morfologiche, ma soprattutto le tendenze della pittura, il notevole livello qualitativo raggiunto dagli scultori fiorentini sulla scia della forte personalità di Andrea Orcagna, i fermenti neogiotteschi che sembrano prevalere nella miniatura dell’epoca e i vertici di raffinatezza raggiunti nell’oreficeria sacra.

Cecilia Frossini

Laurea (1981) e specializzazione in Storia dell’arte (1986), presso l’Università di Firenze: tesi sull’Arte di pittori e sulla pratica di bottega del Quattrocento a Firenze. Borsa di studio in memoria di Mario Salmi per la miglior tesi in Storia dell’Arte (1982).
Dal 1990 lavora come storico dell’arte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, all’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze (http://www.opificio.arti.beniculturali.it/), come vice-direttore del Settore di restauro dei dipinti e direttore del Settore di Restauro dei Materiali Cartacei e Membranacei.
È autrice di numerosi articoli scientifici di argomento storico artistico: in particolare ha curato, insieme a Carl B. Strehlke, la pubblicazione di Masolino and Masaccio Panel Paintings. The Role of Technique, finanziato dalla Kress Foundation (2002).
Da anni si occupa di diagnostica scientifica applicata alle tecniche artistiche, curando in particolare le ricerche e le applicazioni relative alla riflettografia infrarossa e quelle relative al PIXE (Proton Induced X-ray Emission), entrambe finalizzate alla conoscenza delle tecniche artistiche.
Ha condotto per l’Opificio delle Pietre Dure una ricerca sulla tecnica artistica di Piero della Francesca (in collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli di Milano e la National Gallery di Londra); sulla tecnica artistica Masaccio e Masolino (finanziata dalla Kress Foundation di New York); e attualmente sulla tecnica di leonardo da Vinci.

Obra:

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Il Gentile Risorto: Il Polittico Dell'Intercessione Di Gentile Da Fabriano Studi E Restauro
by Gentile, Roberto Bellucci, Cecilia Frosinini, Marco Ciatti
Hardcover, Edifir, ISBN 8879702319 (88-7970-231-9)
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L'immagine Antica Della Madonna Col Bambino Di Santa Maria Maggiore: Studi E Restauro
by Cecilia Frosinini, Marco Ciatti
Hardcover, Edifir, ISBN 8879701428 (88-7970-142-8)
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La Madonna Di San Giorgio Alla Costa Di Giotto: Studi E Restauro
by Giotto, Galleria Degli Uffizi, Cecilia Frosinini, Marco Ciatti
Hardcover, Edifir, ISBN 887970026X (88-7970-026-X)
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Masaccio E Masolino, Pittori E Frescanti: Dalla Tecnica Allo Stile Atti Del Convegno Internazionale Di Studi, Firenze, 24 Maggio 2002, San Giovanni Valdarno, 25 Maggio 2002
by Cecilia Frosinini, Opificio delle pietre dure
Hardcover, Skira, ISBN 888491289X (88-8491-289-X)
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L'oro Dei Poveri E La Paglia Delle Sovrane
by Cecilia Frosinini, Marco Ciatti, Accademia economico-agraria dei georgofili (Florence, Italy)
Hardcover, Edizioni Polistampa, ISBN 8883045157 (88-8304-515-7)

English


The Panel Paintings of Masolino and Masaccio : The Role of Technique
by Carl Brandon Strehlke, Cecilia Frosinini, Roberto Bellucci, Masolino, Masaccio
Hardcover, 5 Continents Editions, ISBN 8874390009 (88-7439-000-9)

Branda Castiglioni

Edificio appartenuto al Cardinale Branda Castiglioni ( Milano 4 Febbraio 1350 - Castiglione Olona 3 febbraio 1443) l’insigne prelato che a partire dai primi decenni del XV secolo trasformò l’intero borgo e realizzò in Castiglione Olona il primo esempio di umanesimo toscano in Lombardia.
Il palazzo del Cardinal Branda Castiglioni è composto da due corpi di edificio ben distinti.
Il primo fu costruito neL XIV secolo. Ampliato e abbellito nel XV per volontà del Cardinal Branda, conserva ancora preziosi affreschi di scuola lombarda e lavori di maestri toscani. La seconda parte di edificio fu fatta erigere dal Porporato nei primi decenni del XV secolo. Fu poi ampiamente rimaneggiata nei secoli successivi con una serie di interventi tali che lo hanno interamente modificato nella sua primaria concezione architettonica. L’elemento di raccordo tra i due corpi di edificio è composto dalla porzione di casa che contiene al piano terra la Cappella Cardinalizia e al piano superiore la loggetta rinascimentale.
In una sala posta nell’ala trecentesca di Palazzo è possibile ammirare un grande camino d’epoca e il soffitto adorno di peducci in pietra di arenaria, manufatti di notevole interesse artistico.
Le pareti sono arredate con tre quadri a soggetto religioso, dipinti ad olio: una Sacra Famiglia, un martirio detto “dei Quattro Santi Coronati” recentemente attribuito a Filippo Abbiati (1642 - 1715) ed un Santo Matteo.I quadri sono del XVI-XVII e XVIII secolo.
Salendo la scala in pietra serena si giunge nella "Loggia rinascimentale" un tempo aperta.
Le inferiate con vetri sono un’aggiunta del secolo scorso.
Alle pareti sono visibili tracce di antiche affrescature attribuite a Lorenzo Di Pietro detto il Vecchietta (Siena 1412 – 1480). Si noti la natura morta sotto il cornicione marcapiano di Paolo Schiavi (Firenze 1397 – Pisa 1479) e la decorazione muraria dove sono ancora leggibili motivi ornamentali simili a quelli della Camera del Prelato.
Camminando sui gradini, prima d’entrare nella sala "della Quadreria" è visibile una ricerca strategica nella quale compare un sole detto "di San Bernardino" (prima metà del ‘400) sopra il quale nel XVII è stato dipinti un moretto (si noti il collare della schiavitù).
Questa grande sala fu aggiunta al Palazzo nel XVI secolo. Alle pareti troviamo quadri con ritratti del nobile Casato Castiglioni realizzati da autori ignoti nei secoli XVII e XVIII.
I ritratti hanno un valore affettivo e testimoniano l’importanza di questa nobile Famiglia che diede i natali al Cardinal Branda, a due Papi, ad innumerevoli uomini di legge e di cultura.
Ricordiamo fra tutti Baldassarre Castiglioni (del ramo dei Castiglioni di Mantova) autore de "Il Cortegiano" immortalato da Raffaello in un importante ritratto oggi conservato al Louvre di Parigi.
Il ritratto posto al centro della Quadreria, sulla destra di chi entra, è quello del grande e munifico Cardinale.
La parete di fondo è impreziosita da un imponente camino rinascimentale in pietra arenaria sormontato da una cappa adorna di stucchi baroccheggianti.
Al centro della cappa uno stemma gentilizio maritale ci rammenta l’unione di due nobili famiglie lombarde:i Castiglioni e i D’Adda costituitasi nel 1570 con un matrimonio.
Spostandosi nell’ala del Palazzo costruita nel XIV secolo, la prima stanza che s’incontra è nota come “Camera del Cardinale”. Le pareti sono interamente affrescate, forse da un Maestro di scuola lombarda.
In ogni parete si leggono quattro fasce d’affrescatura ben distinte:
La prima è una fascia terminale adorna di quadrilobi con stemmi del Casato. La seconda è un grande giardino ricco di alberi da frutta, fiori, erbe aromatiche e medicinali, puttini che giocano. La terza un arazzo dipinto sul quale appaiono cartigli recanti motti latini, insegnamenti e massime tratti da autori classici cari a Branda: Cicerone, Terenzio, Seneca…Si noti il carattere della scrittura: è un gotico corale. La quarta è una panchina dipinta.
L’arredo della stanza è completato da un elegante camino a muro del ‘400 sovrastato dallo stemma Castiglioni e da un’ancoretta in pietra sotto la quale è leggibile una data “1423, 14 ottobre”. Forse la datazione degli affreschi. La grande finestra in arenaria è originale così come lo sono i mascheroni che reggono le due panche in pietra.
Al centro della sala trova collocazione il così detto “Letto del Cardinale” manufatto di legno scolpito ingentilito da figurette presenti sulle quattro che reggono il baldacchino. Il letto è del XVI secolo.
Lo Studiolo è composto da due parti ben distinte: una a parete, con tronetto centrale e panchette, l’altra trattasi di una grande credenza ad ante.
Sulla parete di fondo spicca il grande affresco detto "paesaggio ungherese di Veszprem" dal nome della località dell’Ungheria dove il Cardinale fu legato pontificio a partire dal 1410.
L’affresco, secondo gli ultimi studi, è opera di due grandi Maestri: Masolino da Panicale e Lorenzo di Pietro, il Vecchietta. Avrebbero lavorato su questa parete nel 1435 regalandoci un’opera unica al mondo: il paesaggio protagonista dell’affresco dove non compaiono, così come indicava la tradizione, personaggi con le loro storie di vita.
In alto, corre un fregio con adornari gotici, puttini e medaglioni recanti lo stemma cardinalizio, a destra, nel riquadro compare il ritratto di una fanciulla: autore Masolino da Panicale. Due mappamondi del XVII secolo completano l’arredo dello studiolo.
Scendendo la scala ( aperta nel ‘700) si giunge nella Cappella cardinalizia “di San Martino”. Scoperta nel 1982, la cappella è stata interamente restaurata, oggi è uno dei gioielli pittorici del palazzo.
L’opera pittorica è stata attribuita al Vecchietta che secondo gli ultimi studi lavorò a questo ciclo d’affreschi tra il 1437 ed il 1439.
Sulla parete che sovrasta la piccola abside, il pittore ha dipinto la crocifissione, sulla parete opposta una “Chiesa Trionfante” con Papi e Presbitteri, Cardinali e fondatori degli Ordini Monastici; sulla parete con l’occhio di luce una “Strage degli Innocenti” e su quella di fronte una processione di donne, vergini e martiri guidate da S.Orsola in cammino verso Gesù Cristo.
Completano le immagini pittoriche, l’arco affrescato con otto profeti e a lato del finto marmo nella parte bassa, una famiglia, forse gli offerenti.
Nel piccolo vano introdotto dall’arco nella volta si trova la raffigurazione di Dio Padre contornato dalle Schiere Angeliche.
La volta a crociera della Cappella racchiude invece le immagini dei quattro Evangelisti raffigurati coi loro simboli. La volta è retta da quattro peducci che raffigurano gli Angeli, anch’essi di pietra arenaria.




En 1435 Masolino es elegido por el cardenal Branda Castiglione para decorar al fresco las paredes de la colegiata y el baptisterio de Castiglione Olona; años atrás ya había realizado para el mismo cliente la decoración de una capilla en la iglesia de san Clemente en Roma por lo que la relación entre el cardenal y el pintor debía ser muy fluida. En esta escena del Banquete de Herodes está Masolino dentro del estilo quattrocentista aunque aún mantiene elementos tardogóticos como la atracción hacia lo narrativo que le lleva a plasmar tres escenas diferentes en el mismo conjunto. La muerte de san Juan Bautista se narra en el Evangelio según san Mateo (14; 1-12): Herodes el Tetrarca, conocedor de la fama de Jesús y de sus discípulos, decidió encarcelar a san Juan por culpa de Herodías, la mujer de su hermano Filipo "pues Juan le decía: 'No te es permitido tenerla'. Quiso matarlo pero temió al pueblo que lo tenía por profeta". Durante el cumpleaños de Herodes bailó en su presencia Salomé, la hija de Herodias, gustando tanto al Tetrarca que prometió darle cuanto pidiese. La joven, instigada por la madre, solicitó la cabeza del Bautista. El santo fue sacado de la cárcel y decapitado, entregándose a Salomé su cabeza, que llevó a su madre. Los discípulos de Juan fueron al palacio, tomaron el cadáver y lo sepultaron, diciéndoselo después a Jesús. Masolino presenta la primera parte de la historia en la zona de la izquierda, la entrega de la cabeza en la derecha y la sepultura del cadáver en el fondo. La preocupación por la perspectiva del maestro queda claramente de manifiesto al disponer las escenas en la galería o en la estancia de un palacio renacentista, que recuerda la arquitectura de Brunelleschi. Al fondo, unas montañas cierran la composición, en sintonía con Masaccio. Una luz delicada y cálida inunda el conjunto, resaltando los colores y la monumentalidad de las figuras, sabiamente integradas en el espacio a excepción de la escena final, que parece flotar.

Angelo Tartuferi.

Libros de este autor
Il maestro del Bigallo e la pittura della prima metà del Duecento agli Uffizi por Angelo Tartuferi
(Polistampa, 2007)
Il maestro del Bigallo e la pittura della prima metà del Duecento agli Uffizi por Angelo Tartuferi
(Edizioni Polistampa, 2007)
Giunta Pisano por Angelo Tartuferi
(Edizioni dei Soncino, 1991)
Dipinti e miniature dal XIV al XVIII secolo por Angelo Tartuferi
(Centro Di, 1990)
Bernardo Daddi por Angelo Tartuferi
(Sillabe, 2000)
Florence (Art & Architecture) por Carlo Cresti Antonio Paolucci Angelo Tartuferi Marco Chiarini Mario Scalini Clarissa Morandi Silvestra Bietoletti Anna Maria Giusti
(Konemann, May 1, 2006) Hardcover
Michelangelo Painter, Sculptor and Architect with the Restored Frescoes of the Sistine Chapel and of the Last Judgement por Angelo Tartuferi
(a.t.s. italia, rome, 1993) Paperback
La pittura a Firenze nel Duecento por Angelo Tartuferi
(A. Bruschi, 1990)

Andre Marchi

Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo
Curriculum
Andrea De Marchi, piemontese nato a Biella nel 1962, è professore associato di Storia dell’arte medioevale all’Università di Firenze, dopo essere stato ispettore in Soprintendenza a Pisa, ricercatore all’Università di Lecce e professore associato all’Università di Udine. Ha studiato a Siena, dove si è laureato nel 1985 con Luciano Bellosi. Le sue prime ricerche, sulla pittura tardogotica nelle Marche e a Venezia, sono maturate nel corso del dottorato di ricerca all’università di Pisa e sono confluite nel libro Gentile da Fabriano. Un viaggio nella pittura italiana alla fine del gotico (1992, riedito nel 2006). Si è interessato di svariati argomenti, riguardanti la pittura, il disegno e la miniatura fra gotico e rinascimento, ha pubblicato in riviste specializzate come «Prospettiva», «Arte veneta», «Bollettino d’arte», «Nuovi studi», ecc. e ha contribuito ad importanti mostre: a Siena su Beccafumi (1990) e Francesco di Giorgio (1993), a Firenze sulla Pittura di luce (1990), Una scuola per Piero e il Giardino di San Marco (1992), a Lucca sulla pittura al tempo di Paolo Guinigi (1998), a Piacenza sull’età gotica (1998), ad Urbino sulla Fioritura tardogotica nelle Marche (1998). Con Andrea Bacchi ha pubblicato un volume sul miniatore parmense Francesco Marmitta (1996). Nel 1996 ha fondato con altri giovani studiosi «Nuovi studi. Rivista d’arte antica e moderna», di cui è redattore. Sta collaborando con Michel Laclotte ad un repertorio dei dipinti italiani in Francia. Insieme ad altri ha curato più di recente diverse mostre, accompagnate da campagne di studio: nel 2000 sul Trecento a Bolzano, nel 2002 su Il Quattrocento a Camerino. Luce e prospettiva nel cuore della Marca, nel 2004-2005 su Fra Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca (Milano, Brera e New York, Metropolitan Museum), nel 2006 su Gentile da Fabriano nella città natale dell’artista.

Pubblicazioni
Monografie
Gentile da Fabriano e il gotico internazionale, Firenze, E-ducation.it s.r.l., 2008.
Articoli
Un trevigliese a Verona, in “Verona illustrata”, 2006, 19, pp.91-96.
La parte di Simone e la parte di Lippo, in “Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna”, XI, 2006, 12, pp.5-24.


Capitoli di libro, curatele e schede di catalogo
Andrea Mantegna, Cristo doloroso (cat. IV.30), Francesco di Bosio Zaganelli, Santa Veronica (cat. IV.38), Bernardino di Bosio Zaganelli, Velo della Veronica (cat. IV.39), in Il volto di Cristo, catalogo della mostra di Roma a cura di G.Morello e G.Wolf, Milano, Electa, 2000, pp.190-191, 197-198.
Illusionismo nordico e spazialità giottesca a Bolzano. L’interferenza di due culture in un caso esemplare, in Trecento. Pittori gotici a Bolzano, catalogo della mostra di Bolzano a cura di A. De Marchi, T. Franco e S. Spada Pintarelli, Trento, Temi, 2000, pp.15-25.
Il momento sperimentale. La prima diffusione del giottismo, in Trecento. Pittori gotici a Bolzano, catalogo della mostra di Bolzano a cura di A. De Marchi, T. Franco e S. Spada Pintarelli, Trento, Temi, 2000, pp.47-75.
Schede Maestro del Redentore (cat. 6), Maestro del coro Scrovegni (cat. 7), Secondo Maestro di San Zeno (cat.1 0), Maestro dei Domenicani di Bolzano (cat. 11), Maestro della Madonna Niederthor (cat. 12), Seguace di Guariento (cat. 22), Pittore austriaco (cat. 32), in Trecento. Pittori gotici a Bolzano, catalogo della mostra di Bolzano a cura di A. De Marchi, T. Franco e S. Spada Pintarelli, Trento, Temi, 2000, pp.80-87, 95-104, 146-148, 191-193.
Scheda su Domenico di Pace, detto Beccafumi (cat. 64), in San Rocco nell’arte. Un pellegrino sulla via Francigena, catalogo della mostra di Piacenza, Milano, Electa, 2000, p.197.
Agenda per uno studio sulla pittura del Quattrocento a Camerino, in Adriatico. Un mare di storia, arte, cultura, atti del convegno di Ancona (20-22 maggio 1999) a cura di B. Cleri, Ancona, Maroni, 2000, pp.63-82.
Il gotico internazionale: da Nicolò di Pietro a Michele Giambono, in Pittura veneta nelle Marche, a cura di V. Curzi, Milano, Arti Grafiche Amilcare Pizzi, 2000, pp.53-85 (insieme con Tiziana Franco; spettano ad Andrea De Marchi i capitoli Nicolò di Pietro, pp.54-58, Zanino di Pietro, il Maestro di Roncaiette e Lorenzo di Giacomo, pp.69-73, Una cultura della costa?, pp.78-80).
Un libro di Tiziana Franco su Michele Giambono e il monumento a Cortesia da Serego, in «Arte veneta», Milano, Electa, 2000, 56, pp. 94-102.
Schede su Francesco di Bosio Zaganelli e su Bernardino di Bosio Zaganelli, in Ioanes Hispanus. La pala di Viadana. Tracce di classicismo precoce lungo la valle del Po, catalogo della mostra a cura di M. Tanzi, Viadana, Edizioni Comune di Viadana, 2000, pp.106-111 e 146-153.
Schede su Maestro del Retablo de San Jorge del Centenar (Marçal de Sax?) e Gherardo Starnina (?) (catt.4-5), Miguel Alcañiz (cat.8), Alvaro Pirez de Evora (cat.21), Joan Rosat o Rosató (catt.50-51), in El Renacimiento Mediterráneo. Viajes de artistas e itinerarios de obras entre Italia, Francia y España en el siglo XV, catalogo della mostra a cura di M. Natale, Madrid, Fundació Collección Thyssen-Bornemisza, 2001, pp.161-169, 179-182,230-232, 345-352.
Schede su Beato Angelico (cat.4) e Zanobi Strozzi (cat.8), in Omaggio a Beato Angelico. Un dipinto per il Museo Poldi Pezzoli, catalogo della mostra di Milano (Museo Poldi Pezzoli) a cura di Andrea Di Lorenzo, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2001, pp. 36-37 e 46-49.
Schede su Nicolò di Pietro (catt.46-47) e Gentile da Fabriano (catt.62-63), in Il potere le arti la guerra. Lo splendore dei Malatesta, catalogo della mostra di Rimini, Milano, Electa, 2001, pp. 162-167 e 198-201.
Il gotico internazionale e le ambiguità di un naturalismo enciclopedico e mondano, in Lezioni di Storia dell’Arte. Il Mediterraneo dall’antichità alla fine del Medioevo, Milano, Skira, 2001, pp.321-335.
Schede Seguace di Paolo Veneziano (cat.27), Biagio di Giorgio da Traù (cat.30), Andrea da Fermo e miniatore di formazione perugina (cat.71), Miniatori marchigiani (?) (cat.72), in Tesori della Croazia restaurati da Venetian Heritage Inc., catalogo della mostra di Venezia, Venezia, Multigraf, 2001, pp. 90-91, 97,176-180.
Il Maestro della Madonna di Tellaro tra il giottismo riformato lombardo e gli inizi di Barnaba da Modena, in Restauri nel golfo dei poeti, a cura di P. Donati, Genova, Sagep, 2001, pp.70-78.
Scheda Pietro di Mazzaforte, in “…ma l’arte è un viaggio.”, a cura di A. Commellato, Alberto Fiz e Marco Voena, Milano, Edizioni Compagnia di Belle Arti, 2001, pp.93-98.
Schede 1. Duomo (già chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta), catt.1.2, 1.3, 1.5, 1.6, 1.7, 1.8, 1.9, 2. Chiesa e convento dei Francescani, catt.2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 2.5, 2.6, 2.7, 2.8, 3.12, 3.19, 10.1, 10.2, 11.2, in Atlante. Trecento. Pittori gotici a Bolzano, a cura di Andrea De Marchi, Tiziana Franco, Vincenzo Gheroldi, Silvia Spada Pintarelli, Trento, TEMI Editrice, 2001, pp.14-15, 17-19, 20, 22-24, 24-28, 29-31, 31-35, 36-38, 41-43, 44-45, 46-49, 49-52, 53-54, 54, 54-55, 55, 55-57, 110-111, 157, 271-272, 272-273, 274.
L’Adorazione dei Magi di Helsinki, in Brera mai vista. Rinascimento a Camerino. Giovanni Boccati e la prospettiva ornata, Milano, Electa, 2002, pp. 18-30.
Maestro di Baregnano, in Pittori a Camerino nel Quattrocento, a cura di Andrea De Marchi, Milano, Federico Motta Editore, 2002, pp. 410-417.
Matteo di Giovanni ai suoi esordi e il polittico di San Giovanni in Val d’Afra, in Matteo di Giovanni e la pala d’altare nel senese e nell’aretino 1450 - 1500, atti del convegno internazionale di studi (Sansepolcro, 9-10 ottobre 1998) a cura di Davide Gasparotto e Serena Magnani, Montepulciano, Le Balze, 2002, pp. 57-76.
Norma e varietà nella transizione dal polittico alla pala quadra, in Storia delle arti in Toscana. Il Quattrocento, a cura di Gigetta Dalli Regoli e Roberto Paolo Ciardi, Firenze, Edifir, 2002, pp. 199-222.
Pittori a Camerino nel Quattrocento: le ombre di Gentile e la luce di Piero, in Pittori a Camerino nel Quattrocento, a cura di Andrea De Marchi, Milano, Federico Motta Editore, 2002, pp. 24-99.
Primordi di Jacopo da Montagnana, in Jacopo da Montagnana e la pittura padovana del secondo Quattrocento, atti del convegno (Montagnana – Padova, 20-21 ottobre 1999) a cura di Alberta De Nicolò Salmazo e Giuliana Ericani, Padova, Il Poligrafo, 2002, pp. 161-170.
Scheda Domenico Panetti (?), in Due collezionisti alla scoperta dell’Italia. Dipinti e sculture dal Museo Jacquemart-André di Parigi, catalogo della mostra di Milano (Museo Poldi Pezzoli) a cura di Andrea Di Lorenzo, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2002, pp. 88-91, cat.12.
Schede Arcangelo di Cola (catt.7-11, 13-14), Maestro del trittico del 1454 (cat.1), Giovanni di Piermatteo Boccati (cat.1), Maestro dell’Annunciazione di Sperimento (Giovanni Angelo d’Antonio?) (catt.1, 8-9, 18, 25, 27-29), Girolamo di Giovanni (catt.2-3), in Pittori a Camerino nel Quattrocento, a cura di Andrea De Marchi, Milano, Federico Motta Editore, 2002, pp. 178-182, 185, 194-195, 230-233, 302-303, 324-325, 325-326, 342, 353-354, 356-361, 362-363, 363, 377-378, 378-379.
Schede Filippo Lippi (catt.29 e 31), in Masaccio e le origini del Rinascimento, catalogo della mostra di San Giovanni Valdarno a cura di Luciano Bellosi, con la collaborazione di Laura Cavazzini e Aldo Galli, Milano, Skira, 2002, pp. 182-185, 190-193.
Schede Giuliano di Martino da Rimini, Angelo Puccinelli, Maître du Triptyque de Beffi, Maître de Borgo alla Collina (Scolaio di Giovanni), Ecole ferraraise, vers 1460, Gandolfino da Roreto, Giuliano Bugiardini, Pietro Paolo Agabiti, in G.Sarti, Fonds d’or et fonds peints italiens (1300 – 1560), catalogo della mostra, Paris – Turin, AGES, 2002, pp. 22-31, 44-53, 54-63, 80-85, 116-120, 148-157, 175-191, 198-205.
Il nipote di Altichiero, in De lapidibus sententiae. Scritti di storia dell’arte per Giovanni Lorenzoni, a cura di T. Franco e G. Valenzano, Padova, Il Poligrafo, 2002, pp. 99-110.
Schede Pietro di Giovanni Ambrosi (cat.21), Giovanni di Piermatteo Boccati (cat.22), Maestro dell’Annunciazione di Sperimento (Giovanni Angelo d’Antonio?) (cat.38), Ansuino da Forlì (cat.43), Ansuino da Forlì (?) (cat.44), Maestro del Trittico del 1454(cat.45 bis), Maestro dell’Annunciazione di Sperimento (Giovanni Angelo d’Antonio?)(cat.52), Girolamo di Giovanni (?) (cat.55), Lorenzo d’Alessandro(?) (cat.74), Maestro di Baregnano (cat.86), Maestro di Baregnano (cat.87), Maestro di Baregnano (cat.88), in Il Quattrocento a Camerino. Luce e prospettiva nel cuore della Marca, catalogo della mostra di Camerino a cura di Andrea De Marchi e Maria Giannatiempo Lopez, Milano, Federico Motta Editore, 2002, pp. 171-172, 172-175, 197-200, 206-208, 208-209, 210-212, 225-226, 230-231, 249-251, 261-262, 262, 262.
Scheda Seguace di Paolo Veneziano (cat.48), in Il Trecento adriatico. Paolo Veneziano e la pittura tra Oriente e Occidente, catalogo della mostra di Rimini a cura di Francesca Flores d’Arcais e Giovanni Gentili, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2002, pp.198-199.
Viatico per la pittura camerte, in Il Quattrocento a Camerino. Luce e prospettiva nel cuore della Marca, catalogo della mostra di Camerino a cura di Andrea De Marchi e Maria Giannatiempo Lopez, Milano, Federico Motta Editore, 2002, pp. 51-67.
L’affresco riscoperto di Falcigiano e il problema di Antonio di Anghiari pittore, in A. De Marchi e F. Polcri, L’affresco riscoperto di Falcigiano e il problema di Antonio di Anghiari pittore, Sansepolcro, Grafiche Borgo s.r.l., 2003, pp. 3-5.
Da Bartolomeo di Tommaso al Maestro di Staffolo, in «Nuovi studi. Rivista di arte antica e moderna», Trento, Temi, VIII, 2003, 10, pp. 13-23.
Camerino minore, in I da Varano e le arti, atti del convegno (Camerino, 4-6 ottobre 2001) a cura di A. De Marchi e P. L. Falaschi, Maroni, Ripatransone 2003, I, pp. 369-406.
Interferenze possibili tra oreficeria e pittura nel Nord Italia, prima e dopo Gentile da Fabriano, in Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, ser. IV, Quaderni, 15, Smalti en ronde-bosse fra Italia ed Europa, atti del convegno di Cortona (20-21 maggio 2000) a cura di Anna Rosa Calderoni Masetti, Pisa 2003, pp. 27-47 (finito di stampare nel mese di novembre 2004, Pacini Editore, Ospedaletto, Pisa).
Schede Maestro di Bardolino e Luca di Paolo di Niccolò, in Moretti. Da Ambrogio Lorenzetti a Sandro Botticelli, Firenze, Polistampa, 2003, pp. 110-121, 156-171.
The Mystical Crucifixion at Princeton and Evidence for the Sienese Education of Joan Rosatò, in Record Princeton University Art Museum, Princeton University Press, 2003, 62, pp. 33-45.
Una nuova tavola di Giuliano da Rimini, in «L’arco. Quadrimestrale di attualità e cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini», 2003, 1, pp. 16-23.
Quando morì Jacopo Avanzi?, in Cultura, arte e committenza nella Basilica di S.Antonio di Padova nel Trecento, atti del convegno (Padova, 24-26 maggio 2001) a cura di L. Baggio e M. Benetazzo, Padova, Centro studi antoniani, 2003, pp.361-371 (pure in «Il Santo. Rivista francescana di storia dottrina arte», Padova, Centro studi antoniani, XLII, 2002, 1-3, pp. 361-371).
La Sacra Famiglia Stramezzi di Piero di Cosimo, in Italiam nos fata trahunt, sequamur... Sborník příspěvků k 75. narozeninám Olgy Pujmanové, a cura di P. Přibyl, Praha, Národní Galerie v Praze, 2003, pp. 81-83.
Il vero Donato Veneziano, in «Arte in Friuli. Arte a Trieste» (dedicato agli ottant’anni di Maria Walcher Casotti), Grado, Edizioni della Laguna, 2003, 21-22, pp. 63-79.
L’arca dei Santi Ermagora e Fortunato e la cassa del Beato Bertrando, in L. Laureati, L’arca del Beato Bertando patriarca di Aquileia, a cura di P. Casadio e C. Furlan, Udine, Forum, 2004, pp.n.n.
Andrea da Fermo; Boccaccio, Boccaccino; Bonfigli, Benedetto; Francesco di Giorgio Martini; Lorenzo d’Alessandro da Sanseverino; Maestro dell’Avicenna di Bologna; Maestro dell’Evangelistario di Pietro Donato; Maestro del Martirologio dei Battuti neri di Ferrara, ad vocem in Dizionario biografico dei miniatori italiani. Secoli IX-XVI, a cura di M. Bollati, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004, pp. 18-19, 110-112, 119-121, 235-237, 398-399, 557-558, 585-586, 617-618.
Fra Carnevale, Urbino, le Marche: un paradigma alternativo di Rinascimento, in Fra Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca, catalogo della mostra di Milano e New York a cura di M. Ceriana, K. Christiansen, E. Daffra e A. De Marchi, Milano, Olivares, 2004, pp. 67-95.
Schede su Fra Carnevale (cat.18), Benedetto Bonfigli (catt.28-29), Giovanni di Piermatteo Boccati (catt.30-33), Antonio di Agostino da Fabriano (cat.36), Giuliano Amadei (cat.38), e biografia su Giuliano Amadei, in Fra Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca, catalogo della mostra di Milano e New York a cura di M. Ceriana, K. Christiansen, E. Daffra e A. De Marchi, Milano, Olivares, 2004, pp. 180-181, 210-222, 230-232, 236-237, 280.
La prima decorazione della chiesa francescana, in I San Fermo e Rustico. Un culto e una chiesa in Verona. Per il XVII centenario del loro martirio (304 - 2004), a cura di P. Golinelli e C. Gemma Brenzoni, Milano, Federico Motta Editore, 2004, pp. 199-219.
Schede su Andrea di Bartolo (catt.63a-b), Lorenzo da Venezia (cat.82), Zanobi di Benedetto di Caroccio degli Strozzi (catt.83a-b), Andrea de’ Passeri (cat.124), Ignoto copista del XVI secolo da Francesco Marmitta (cat.129), Lorenzo Costa (catt.133a-b), in Pinacoteca Nazionale di Bologna; Catalogo generale. 1; Dal Duecento a Francesco Francia, a cura di J. Bentini, G. P. Cammarota e D. Scaglietti Kelescian, Venezia, Marsilio, 2004, pp. 182-184, 218-223, 298-300, 307-308, 313-315.
La tavola d’altare, in Storia delle arti in Toscana. Il Trecento, a cura di M. Seidel, Firenze, Edifir, 2004, pp. 15-44.
“Lorenzo e Jachomo da Venexia”: un percorso da Zanino a Jacopo Bellini e un enigma da risolvere, in Saggi e memorie di storia dell’arte, XXVII, 2003, atti del convegno Le raccolte d’arte della Fondazione Giorgio Cini. Nuovi Studi (Venezia 3-4 dicembre 2003), Verona, Cierregrafica, 2004, pp. 71-100 (stampato nel dicembre 2004).
Polyptyques vénitiens. Anamnèse d’une identité méconnue, in Autour de Lorenzo Veneziano. Fragments de polyptyques vénitiens du XIVe siècle, catalogo della mostra di Tours, Musée des Beaux-Arts, a cura di A. De Marchi e C. Guarnieri, Cinisello Balsamo, Silvana Editrice, 2005, pp.13-43.
Scheda Francesco di Vannuccio, in San Nicola da Tolentino nell’arte. Corpus iconografico. I. Dalle origini al Concilio di Trento, a cura di V. Pace, Milano, Federico Motta Editore, 2005, pp. 246-247, cat.27.
Schede Paolo di Giovanni Fei e Filippo Lippi, in Moretti. Da Allegretto Nuzi a Pietro Perugino, Firenze, Edifir, 2005, pp. 60-69 e 104-111.
Schede Paolo Veneziano et atelier (cat.3), Simone di Filippo, dit Simone de’ Crocefissi (cat.11), in Autour de Lorenzo Veneziano. Fragments de polyptyques vénitiens du XIVe siècle, catalogo della mostra di Tours, Musée des Beaux-Arts, a cura di A. De Marchi e C. Guarnieri, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2005, pp. 90-97, 118-121.
Schede Bernardino Zaganelli, Madonna col Bambino, Francesco Zaganelli, Cristo in pietà, Francesco Zaganelli, Adorzione del Bambino, Giovan Francesco Manieri, Cristo portacroce, Francesco Zaganelli, Cristo portacroce, Girolamo Marchesi, Cristo portacroce, in Marco Palmezzano, Il Rinascimento nelle romagne, catalogo della mostra a cura di A. Paolucci, L. Prati, S. Tumidei, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2005, pp. 276-279, 280-281, 282-285, 328-329, 330-331, 332-333.
Schede Fra Carnevale (Bartolomeo di Giovanni Corradini detto) (cat.30), Giottino (?) (Tommaso di Stefano detto) (cat.40), Maestro della Libreria Sagramoso (cat.61), Maestro di Sant’Ivo (cat.65), in Pinacoteca Ambrosiana. I. Dipinti dal medioevo alla metà del Cinquecento, a cura di M. Rossi e A. Rovetta, Milano, Electa, 2005, pp. 110-114, 137-139, 185-187, 194-195.
Schede Peintre vénitien, vers 1320 e Paolo di Martino, dit Paolo Veneziano, in Splendeurs de la peinture italienne 1250-1510. Galerie G. Sarti, catalogo della mostra, Paris – Turin, AGES, 2005, pp. 24-39.
1. Alla corte di Gian Galeazzo Visconti: l'anconetta di Pavia; 2. Gli angeli graniti: la Madonna di Perugia; 3. A Venezia: il polittico di Valleromita; 4. Il ritorno a Fabriano: le Stimmate di San Francesco; 5. L'eredità di Gentile da Fabriano in patria; 6. A Firenze: la pala Strozzi e i polittici di San Niccolò Oltrarno; 7. A Siena e a Roma, al servizio di papa Martino V, in Gentile da Fabriano e l'altro Rinascimento, catalogo della mostra di Fabriano a cura di L. Laureati e L. Mochi Onori, Milano, Electa, 2006, pp. 62-63, 94-95, 124-127, 180-181, 220-221, 244-247, 296-297.
Gentile e la sua bottega, in Gentile da Fabriano. Studi e ricerche, a cura di A. De Marchi, L. Laureati e L. Mochi Onori, Milano, Electa, 2006, pp. 9-53.


Curatele editoriali
Francesco Marmitta, con Andrea Bacchi, Torino, Allemandi, 1995.
Trecento. Pittori gotici a Bolzano, catalogo della mostra di Bolzano, con Tiziana Franco e Silvia Spada Pintarelli, Trento, Temi Editrice, 2000 (coed. in lingua tedesca Trecento. Gotiche Maler in Bozen).
Atlante. Trecento. Pittori gotici a Bolzano, con Tiziana Franco, Vincenzo Gheroldi, Silvia Spada Pintarelli, Trento, TEMI Editrice, 2001 (coed. in lingua tedesca Atlante. Trecento. Gotiche Maler in Bozen).
Pittori a Camerino nel Quattrocento, Milano, Federico Motta Editore, 2002.
Il Quattrocento a Camerino. Luce e prospettiva nel cuore della Marca, catalogo della mostra di Camerino, con Maria Giannatiempo Lopez, Milano, Federico Motta Editore, 2002.
I da Varano e le arti, atti del convegno (Camerino, 4-6 ottobre 2001), con Pier Luigi Falaschi, 2 voll., Ripatransone, Maroni, 2003.
Fra Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca, catalogo della mostra di Milano e New York, con Matteo Ceriana, Keith Christiansen ed Emanuela Daffra, Milano, Olivares, 2004.
Gentile da Fabriano. Studi e ricerche, con Laura Laureati e Lorenza Mochi Onori, Milano, Electa, 2006.
L’arca dei Santi Ermagora e Fortunato e la cassa del Beato Bertrando, in L. Laureati, L’arca del Beato Bertando patriarca di Aquileia, a cura di P. Casadio e C. Furlan, Udine, Forum, 2004, pp.n.n.
Andrea da Fermo; Boccaccio, Boccaccino; Bonfigli, Benedetto; Francesco di Giorgio Martini; Lorenzo d’Alessandro da Sanseverino; Maestro dell’Avicenna di Bologna; Maestro dell’Evangelistario di Pietro Donato; Maestro del Martirologio dei Battuti neri di Ferrara, ad vocem in Dizionario biografico dei miniatori italiani. Secoli IX-XVI, a cura di M.Bollati, Milano, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2004, pp.18-19, 110-112, 119-121, 235-237, 398-399, 557-558, 585-586, 617-618.
Fra Carnevale, Urbino, le Marche: un paradigma alternativo di Rinascimento, in Fra Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca, catalogo della mostra di Milano e New York a cura di M.Ceriana, K.Christiansen, E.Daffra e A.De Marchi, Milano, Olivares, 2004, pp.67-95.
Schede su Fra Carnevale (cat.18), Benedetto Bonfigli (catt.28-29), Giovanni di Piermatteo Boccati (catt.30-33), Antonio di Agostino da Fabriano (cat.36), Giuliano Amadei (cat.38), e biografia su Giuliano Amadei, in Fra Carnevale. Un artista rinascimentale da Filippo Lippi a Piero della Francesca, catalogo della mostra di Milano e New York a cura di M.Ceriana, K.Christiansen, E.Daffra e A.De Marchi, Milano, Olivares, 2004, pp. pp.180-181, 210-222, 230-232, 236-237, 280.
La prima decorazione della chiesa francescana, in I San Fermo e Rustico. Un culto e una chiesa in Verona. Per il XVII centenario del loro martirio (304 - 2004), a cura di P.Golinelli e C.Gemma Brenzoni, Milano, Federico Motta Editore, 2004, pp.199-219.
Schede su Andrea di Bartolo (catt.63a-b), Lorenzo da Venezia (cat.82), Zanobi di Benedetto di Caroccio degli Strozzi (catt.83a-b), Andrea de’ Passeri (cat.124), Ignoto copista del XVI secolo da Francesco Marmitta (cat.129), Lorenzo Costa (catt.133a-b), in Pinacoteca Nazionale di Bologna; Catalogo generale. 1; Dal Duecento a Francesco Francia, a cura di J.Bentini, G.P.Cammarota e D.Scaglietti Kelescian, Venezia, Marsilio, 2004, pp.182-184, 218-223, 298-300, 307-308, 313-315.
La tavola d’altare, in Storia delle arti in Toscana. Il Trecento, a cura di M.Seidel, Firenze, Edifir, 2004, pp.15-44.
“Lorenzo e Jachomo da Venexia”: un percorso da Zanino a Jacopo Bellini e un enigma da risolvere, in ‘Saggi e memorie di storia dell’arte’, XXVII, 2003, atti del convegno Le raccolte d’arte della Fondazione Giorgio Cini. Nuovi Studi (Venezia 3-4 dicembre 2003), Verona, Cierregrafica, 2004, pp.71-100 (stampato nel dicembre 2004).
Polyptyques vénitiens. Anamnèse d’une identité méconnue, in Autour de Lorenzo Veneziano. Fragments de polyptyques vénitiens du XIVe siècle, catalogo della mostra di Tours, Musée des Beaux-Arts, a cura di A.De Marchi e C.Guarnieri, Cinisello Balsamo, Silvana Editrice, 2005, pp.13-43.
Scheda Francesco di Vannuccio, in San Nicola da Tolentino nell’arte. Corpus iconografico. I. Dalle origini al Concilio di Trento, a cura di V. Pace, Milano, Federico Motta Editore, 2005, pp.246-247, cat.27.
Schede Paolo di Giovanni Fei e Filippo Lippi, in Moretti. Da Allegretto Nuzi a Pietro Perugino, Firenze, Edifir, 2005, pp.60-69 e 104-111.
Schede Bernardino Zaganelli, Madonna col Bambino, Francesco Zaganelli, Cristo in pietà, Francesco Zaganelli, Adorzione del Bambino, Giovan Francesco Manieri, Cristo portacroce, Francesco Zaganelli, Cristo portacroce, Girolamo Marchesi, Cristo portacroce, in Marco Palmezzano. Il Rinascimento nelle romagne, catalogo della mostra a cura di A. Paolucci, L. Prati, S. Tumidei, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2005, pp.276-279, 280-281, 282-285, 328-329, 330-331, 332-333.
Schede Fra Carnevale (Bartolomeo di Giovanni Corradini detto) (cat.30), Giottino (?) (Tommaso di Stefano detto) (cat.40), Maestro della Libreria Sagramoso (cat.61), Maestro di Sant’Ivo (cat.65), in Pinacoteca Ambrosiana. I. Dipinti dal medioevo alla metà del Cinquecento, a cura di M.Rossi e A.Rovetta, Milano, Electa, 2005, pp.110-114, 137-139, 185-187, 194-195.
1. Alla corte di Gian Galeazzo Visconti: l'anconetta di Pavia; 2. Gli angeli graniti: la Madonna di Perugia; 3. A Venezia: il polittico di Valleromita; 4. Il ritorno a Fabriano: le Stimmate di San Francesco; 5. L'eredità di Gentile da Fabriano in patria; 6. A Firenze: la pala Strozzi e i polittici di San Niccolò Oltrarno; 7. A Siena e a Roma, al servizio di papa Martino V, in Gentile da Fabriano e l'altro Rinascimento, catalogo della mostra di Fabriano a cura di L. Laureati e L.Mochi Onori, Milano, Electa, 2006, pp.62-63, 94-95, 124-127, 180-181, 220-221, 244-247, 296-297.
Gentile e la sua bottega, in Gentile da Fabriano. Studi e ricerche, a cura di A.De Marchi, L.Laureati e L.Mochi Onori, Milano, Electa, 2006, pp.9-53.
Il posto di Lorenzo, in Cristina Guarnieri, Lorenzo Veneziano, Cinisello Balsamo 2006, pp.6-9.
Per speculum in aenigmate, in L’immagine di Cristo dall’acheropita alla mano d’artista. Dal tardo Medioevo all’età barocca, atti del convegno di Roma (marzo 2001) a cura di Ch.L. Frommel e G.Wolf (Biblioteca Apostolica Vaticana. Studi e testi. 432), Città del Vaticano 2006, pp.117-142.
Schede Pittore ferrarese attorno alla metà del XV secolo (Angelo di Pietro Maccagnino?) e Maestro dell’Agosto (?), in Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L’arte a Ferrara nell’età di Borso d’Este, catalogo della mostra di Ferrara a cura di Mauro Natale, Ferrara, Sate, 2007, pp.493-494, cat.I, e 499-500, cat.X.
Il programma e l’allestimento delle pale per le “cappelle de’ nostri avocati” nel Duomo di Siena, in Medioevo: l’Europa delle Cattedrali, atti del convegno di Parma (19-23 settembre 2006) a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Electa, Milano 2007, pp.573-585.
Due fregi misconosciuti e il problema del tramezzo in San Fermo Maggiore a Verona, in Arredi liturgici e architettura, a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Electa, Milano 2003 [ma 2007], pp.129-142.

Capitoli in lingua
Schede Peintre vénitien, vers 1320 e Paolo di Martino, dit Paolo Veneziano, in Splendeurs de la peinture italienne 1250-1510. Galerie G.Sarti, catalogo della mostra, Paris – Turin, AGES, 2005, pp.24-39.
Schede Paolo Veneziano et atelier (cat.3), Simone di Filippo, dit Simone de’ Crocefissi (cat.11), in Autour de Lorenzo Veneziano. Fragments de polyptyques vénitiens du XIVe siècle, catalogo della mostra di Tours, Musée des Beaux-Arts, a cura di A.De Marchi e C.Guarnieri, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2005, pp.90-97, 118-121.